Orologi con fasi lunari
Tra tutte le complicazioni astronomiche presenti negli orologi, le fasi lunari sono le più diffuse. Attraverso una piccola apertura sul quadrante – nota anche come finestra o “apertura a mezzaluna” – vengono mostrate le varie fasi del nostro satellite. Questa complicazione è considerata una delle più affascinanti dal punto di vista estetico.
Orologi con fasi lunari
La Luna esercita il suo fascino sull’umanità da millenni, anche ora che le missioni spaziali e le ricerche scientifiche, a partire dagli sbarchi NASA, ne hanno svelato molti segreti.
Per le civiltà antiche la Luna era considerata simbolo di fertilità, ma le fasi lunari venivano osservate anche per motivi pratici poiché indicavano il passare dei giorni, dei mesi, delle stagioni e degli anni. Osservando il ciclo lunare, i nostri antenati furono in grado di concepire i primi calendari lunari primitivi; il primo "computer" astronomico – il Meccanismo di Anticitera – comparve in Grecia nel II secolo a.C.
Le prime indicazioni delle fasi lunari comparvero sugli orologi delle torri del XIV secolo, in particolare quelli che adornavano le torri delle cattedrali e delle piazze cittadine, consentendo ai residenti locali di osservarli con facilità. Tuttavia, fu solo nel XVII secolo che la complicazione delle fasi lunari, come la conosciamo oggi, fu integrata negli orologi da tasca.
Christiaan Huygens, un astronomo e matematico olandese, fu determinante nello sviluppo delle complicazioni delle fasi lunari in un orologio, ideando un meccanismo che rappresentava accuratamente le fasi lunari. Questa importante scoperta nel 1675 permise la miniaturizzazione della visualizzazione delle fasi lunari, rendendole adatte anche agli orologi da tasca portatili. Prima dell’avvento dell'elettricità, questi orologi erano particolarmente utili per i viaggiatori e i cocchieri che dipendevano dalla luce della luna piena per viaggiare di notte.
Il XIX secolo fu l’epoca d'oro degli orologi con fasi lunari, grazie a orologiai pionieri come il grande Abraham-Louis Breguet, che realizzò dei segnatempo che coniugavano innovazione tecnica e un'elegante estetica. Il lavoro di Breguet gettò le basi per le complicazioni lunari che sarebbero diventate un punto fermo nell'orologeria di lusso.
All'inizio del XX secolo gli orologi da polso superarono nelle vendite quelli da tasca e gli indicatori delle fasi lunari iniziarono a essere integrati nei modelli più pregiati che il denaro potesse acquistare. Orologiai come Patek Philippe, che furono i primi a inserire questa complicazione in un orologio da polso nel 1925, aprirono la strada ad altri marchi come Universal Geneve, Audemars, Piguet e Breitling.
Al tempo della rivoluzione del quarzo nella seconda metà del XX secolo, la complicazione meccanica delle fasi lunari, come molte altre complicazioni, divenne un anacronismo. Eppure continuava a rappresentare un segno distintivo di esclusività e artigianalità: gli intricati ingranaggi e le ruote necessari per un'accurata visualizzazione delle fasi lunari erano infatti troppo complessi per poter essere replicati nella produzione di massa a basso costo.
Al giorno d'oggi, il romanticismo degli orologi con fasi lunari continua ad affascinare gli amanti degli orologi. I moderni progressi nell'orologeria hanno permesso rappresentazioni ancora più precise e dettagliate dei cicli lunari. E gli orologiai di fascia alta stanno sostituendo sempre più la tradizionale apertura a mezzaluna, tipicamente caratterizzata da una luna e dalle stelle dipinte, con interpretazioni più creative del nostro satellite. Tra queste vi sono rappresentazioni tridimensionali o persino dischi realizzati con autentici frammenti di meteorite, che esaltano il fascino celeste dell'orologio.
L'indicatore delle fasi lunari di un orologio è in genere costituito da un'apertura a forma di mezzaluna sul quadrante che rivela parzialmente un disco rotante sottostante. Su questo disco c'è una luna piena, spesso in oro e accompagnata da un cielo stellato a fini decorativi, che "cresce e cala" si sposta lungo l'apertura arcuata. Queste progressioni cicliche rappresentano le quattro fasi lunari principali viste dalla Terra.
Le quattro fasi principali sono: la Luna nuova, quando il Sole e la Luna sono allineati e la Luna non può essere vista dalla Terra; il primo quarto, quando il Sole illumina la metà destra della luna; la Luna piena, in cui tutta la superficie frontale è illuminata; e il terzo quarto, in cui è visibile solo la metà sinistra della luna.
A livello di meccanismo, il disco rotante è azionato da una ruota motrice a 59 denti, che tramite un perno collegato alla ruota delle ore fa avanzare il disco di un dente ogni 24 ore. Una volta completato un ciclo lunar, appare la seconda luna raffigurata sul disco e il processo ricomincia. Perché una ruota motrice a 59 denti? Questo perché un ciclo lunare dura 29,5 giorni e ci sono due lune sul disco (29,5 x 2 = 59).
La fase lunare non è la complicazione più precisa dell'orologeria. I modelli base richiedono correzioni occasionali, proprio come qualsiasi orologio meccanico. Ma ci sono modelli di fascia alta con movimenti appositamente calcolati in grado di indicare una fase lunare con precisione quasi assoluta per centinaia di anni o più. E in ogni caso, la precisione è un aspetto secondario per la maggior parte dei devoti delle fasi lunari. Un orologio con le fasi lunari rappresenta soprattutto il nostro profondo legame con l'unico satellite della Terra e con i nostri lontani antenati che tanto dipendevano da esso.
Un indicatore delle fasi lunari può essere incorporato sia negli orologi più esclusivi e costosi, sia in modelli più accessibili. È possibile trovare ottimi orologi entry-level con fasi lunari di marchi come Baume & Mercier e Longines. Tra i marchi d'élite, numerosi modelli iconici di Patek Philippe vantano questa complicazione, tra cui il contemporaneo tourbillon Sky Moon e la referenza vintage 1518, tra le più ammirate. Il 1815 Moonphase di A. Lange & Sohne è considerato un capolavoro. Tra gli orologi vintage rolex con le fasi lunari più ricercate toviamo la referenza 6062, prodotta pochissimi esemplari nei primi anni '50, e l'ancora più rara 8171.